Ecco uno dei rari quadri in cui Paul Gauguin dipinge la Bretagna in una versione vivace, limpida nel cielo sgombro di nuvole e luminosa nel verde acceso dei prati. L'immagine più frequente che ci offre l'artista, di solito, è infatti quella di una Bretagna coperta da un cielo minaccioso, con la linea dell'orizzonte coincidente con il bordo superiore del quadro stesso. “Amo la Bretagna. Vi ritrovo il selvaggio, il primitivo. Quando i miei zoccoli risuonano sul suo suolo di granito, sento quel rumore sordo, chiaro e potente che cerco nella pittura”, scrive Paul Gauguin all'amico Emile Schuffenecker nel febbraio del 1888, ossia nello stesso periodo in cui dipinge questo quadro.
Paul Gauguin sa che la Bretagna svolge un ruolo essenziale nella sua ricerca di un'arte più semplice e stilizzata. La composizione del quadro è assolutamentale sperimentale, anche se lo stile rientra senza dubbio nei canoni del realismo. Il paesaggio viene dipinto a Pont-Aven: la collina, composta di curiose figure geometriche, è quella di Sainte-Marguerite. Eppure, il piccolo paesaggio bretone e gli animali sono stati dipinti, sulla base di alcuni bozzetti, all'interno del suo atelier, secondo una tecnica utilizzata spesso dal pittore: lunghe pennellate verdi per la vegetazione, una tinta piatta turchese per il cielo, punti di rosso per il pendio fiorito sulla sinistra, un'estrema stilizzazione per le casette e il campanile. Con quest'opera poetica e naïve il pittore evolve sempre più verso il sintetismo.